ApProfondiMenti
articoli e saggi (online) di Anima e Polis

Il senso profondo delle cose
Per una terapia filosofica dell’Anima
di Daniele Cardelli

Perché siamo nati? Perché dobbiamo morire? C’è qualcosa oltre la morte? E se sì, cosa. Che senso hanno le cose della vita? Tutte quelle che ci vanno di traverso proprio quando avevamo sperato in un successo oppure quelle che a cui tenevamo tanto? Evidentemente c’è qualcosa che desidera e qualcos’altro che risponde negativamente al mio desiderio. Sono due cose allora? Il desiderio e il desiderio frustrato e negato? Eppure tante volte invece i miei desideri sono stati appagati. Cosa sono dunque in realtà? Cosa sono davvero? E poi, cos’è la realtà ed esiste qualcosa davvero? Esistono il vero e la verità?
Continua a leggere in PDF >> Il senso profondo delle cose

La forza di una visione
La nascita della Libera Università Junghiana
di Daniele Cardelli

Ciò che dà forza ad un uomo, che gli dà energia per ogni tipo di impresa, è la Sua visione, le sue Idee. “Difendi la Tua idea” e “La forza delle idee” canta non per caso Renato Zero. Oggi vogliamo esporre le nostre e la nostra visione, e vogliamo farlo proprio in questa sala, la Sala Spadolini, in cui il 10 Ottobre 2003, è nato, con una conferenza dall’eloquente titolo “Jung e la politica”, il Circolo Carl Gustav Jung di Firenze e della Toscana; un titolo eloquente, quasi a preconizzare l’importanza che, nel corso degli anni ha rivestito, sia per la vita del Circolo, sia per la costruzione della sua identità, il nostro lavoro di analisi della politica e degli scenari internazionali, un’analisi profonda dei nostri tempi, attraverso i miti, i simboli, nella costante ricerca degli archetipi di riferimento delle nazioni, dei luoghi e delle comunità, delle diverse realtà politiche; del resto proprio i luoghi come questo ci consentono di ricordare quegli emozionanti ed iniziali momenti, offrendoci anche la possibilità di poter condividere, ripercorrendo le tappe fondamentali di una progressiva costruzione e presentando le creazioni realizzate sin qui, la gioia di un Viaggio, il nostro, in questi primi 4 anni e mezzo dalla nascita.
Continua a leggere in PDF >> La forza di una visione

I fondamenti della Filosofia del Sé
di Daniele Cardelli

La Filosofia del Sé si pone come principale obbiettivo, chiaro ed evidente, com’è nel suo nome, di rispondere ad un bisogno, avvertito sempre più fondamentale, soprattutto in questi tempi, il bisogno di conoscersi. Questa disciplina, il cui nome (Filosofia del Sé = Amore per la sapienza di Sé), sorge dall’estensione letterale dell’oracolo delfico “Conosci te stesso”, nasce per dare risposte (socraticamente, maieuticamente, cioè creando nuove domande) al bisogno di conoscenza di Sé (autoconoscenza), riconoscendo il bisogno di conoscersi, finalmente nella sua piena distinzione, separazione, autonomia, dal movente sintomatico e psicopatologico (come del resto ci si presenta nell’esperienza pratica quotidiana). La Filosofia del Sé (Selfphilosophy) ripristina quell’antico rapporto diretto e personale maestro-allievo (Paidèia, educazione individuale dell’Anima), decisivo alla propria individuazione, come al raggiungimento della propria autorealizzazione, partendo dalla crisi e riconoscendola come motore della trasformazione, in una prospettiva che riconosca finalmente il lungo viaggio analitico nella sua natura più essenziale ed autentica, cioè come archetipo dell’iniziazione alla sapienza.
Continua a leggere in PDF >> I fondamenti della Filosofia del Sé

Come rivedere la luce in fondo al tunnel
Una lettura in senso filosofico e mitologico della crisi
di Daniele Cardelli
(articolo pubblicato il 14 Gennaio 2012 su stamptoscana.it)

Sulla crisi economica che sta avvolgendo il nostro paese leggiamo e sentiamo molto, tutti i giorni, ma tendiamo sempre a svolgere una lettura “causalistica”, tendente cioè a rintracciare le cause della crisi facendo un percorso a ritroso, operando come nell’approccio più classicamente freudiano della psicoanalisi, o cercando di rintracciare una colpa, o più colpe morali, da espiare, com’è proprio, fin dall’antichità, di alcune tradizioni filosofiche non meno che di alcune esegesi di tipo spirituale.
E se la crisi, anziché essere soltanto il prodotto di alcune errate interpretazioni, o di più o meno colpevoli malefatte, fosse invece anche la molla, la leva e la levatrice di un nuovo parto e quindi di un nuovo partire? Il termine “crisi” nelle varie lingue significa spesso “trasformazione”, “cambiamento” (ad esempio nel greco antico), l’ideogramma cinese per dire “crisi” ne contiene due altri che significano “pericolo” e “opportunità” (opportunità quindi anche), la radice di “crisi” ha la stessa dell’inglese “crash”, che vuol dire rottura. La rottura può necessitare sì di una mera riparazione, ma anche e forse più spesso di un vero e profondo cambiamento, di una nuova generazione, l’arrivo di una nuova era dell’esistenza individuale e/o collettiva. Letteralmente poi, cercare i perché di un fenomeno non vuol dire cercarne le cause, ma cercarne appunto le finalità, con il prefisso “per” che indica “per-ché cosa”, “a quale scopo, a quale fine”. Non è indietro, o soltanto indietro, che dobbiamo guardare, ma porci piuttosto la domanda: a quale scopo, per-ché, viviamo questo momento di crisi e quali sono i problemi su cui lavorare per uscirne migliorati?
Continua a leggere in PDF >> Come rivedere la luce in fondo al tunnel

Il mito di Heidi
Una lettura simbolico archetipica
di Daniele Cardelli

Suonavano le campane quella Domenica mattina al Dorfli[1] quando Heidi, con il suo sorriso radioso, scese dal treno, rivedendo commossa le sue montagne, il Suo mondo.
Apriamo così, con le guance rosse e radiose di Heidi, con la radiosità di quel Sole rosso portafortuna cui somigliano le sue guance e di cui si trovano elementi, insegne, simboli, in tutti i villaggi, vie, edifici della Confederazione[2].
Heidi – forse abbreviativo di Adelaide, ma anche del nome mitologico norreno di Heidrun[3], la capra che bruca la chioma dell’Yggdrasil, l’albero del mondo della mitologia scandinava e dalle cui mammelle vengono prodotti birra e idromele versati dalle Valchirie ai guerrieri nel Walhalla – rappresenta la gioiosità di vivere in rapporto diretto con la natura maestosa e bella delle montagne, con il loro richiamo tutto verticale, ascensionale, alla Spiritualità, al Sacro, al Sé (la città produce in Heidi malinconia e depressione), la radiosità solare, la chiarezza – Klara nella favola è forse non casualmente l’amica più stretta di Heidi: Klar in tedesco vuol dire “chiaro”, come Clarus in latino, che rammenta il Cantone di Glarus, foneticamente quasi identico, con la chiarezza del voto palese delle Landsgemeinden, dove le deliberazioni politico amministrative vengono prese per alzata di mano, davanti a tutti, nella piazza centrale – la schiettezza e la candida genuinità (quasi ingenuità) di un mondo naturale e incontaminato capace di ridare a Klara, miracolosamente, la possibilità di camminare nuovamente.
Il cognome Seseman, quello di Klara e della Sua famiglia, è probabilmente un’allusione al Selbst (in italiano appunto), la totalità e il nucleo centrale della personalità per Carl Gustav Jung, cui si giunge necessariamente con un non sempre facile e talvolta doloroso ampliamento della coscienza, una mortificazione dell’io iniziale (“violenza del Sé sull’io” dice testualmente Jung), attraverso maturative esperienze di sacrificio e sofferenza (quelle che prova Heidi andando in città, che provano le due bambine separandosi per poi ritrovarsi).
Continua a leggere in PDF >> Il mito di Heidi

Le parti e il tutto
Riflessioni sull’essenza della politica, i partiti e l’etica della responsabilità
di Daniele Cardelli
(articolo scritto il 30 Maggio 2013)

In un momento così grave per l’economia, la situazione politica uscita dalle elezioni dello scorso 25 Febbraio appariva tra le peggiori possibili – e almeno un attimo si rifletta sui tempi decisamente troppo lunghi dei passaggi istituzionali tuttora ancorati a ritmi e ritualità del passato: ci sono voluti più di venti giorni per insediare le camere e ben due mesi per dare, dopo un estenuante e deprimente tira e molla, un’amministrazione (governo) al paese; i problemi invece erano e sono quotidianamente pressanti, se non risolti imputridiscono e certamente non attendono per far sentire i loro effetti nocivi e talvolta tragici (i tanti suicidi dichiaratamente legati alla crisi economica), soprattutto in una situazione disastrosa, qual era quella fino a un mese fa, di ingovernabilità, di tutti contro tutti, fra veti incrociati e reciproci dinieghi. Regnavano incompatibilità e discordia. Che si sia riusciti poi a formare un nuovo esecutivo, lascia poi irrisolta una questione ben più profonda: come si risponde in modo appropriato a bisogni confliggenti come la rappresentatività delle parti e la governabilità di un paese? Checché ne dica Grillo con i suoi anatemi sul “tutti a casa” e “mai alleanze” con i vecchi partiti – ma anche il MoVimento 5 Stelle in quanto parte è un partito, diverso e non tradizionale se si vuole, ma pur sempre una parte, che fra l’altro con queste posizioni di arroccamento tradisce la sempre ventilata portata di aria nuova di proposte utili più al bene generale che ai tornaconti di parte – e pur in un sistema che ha spostato sempre di più l’iniziativa dal parlamento all’esecutivo ed è ancora mancante di strumenti veri e funzionanti di democrazia diretta, resta il parlamento nazionale il luogo non soltanto deputato all’attività legislativa, ma anche alla soddisfazione della rappresentanza politica, alla pacificazione dei conflitti e alla composizione delle diverse istanze.
Continua a leggere in PDF >> Le parti e il tutto

L’Individuarchia, una nuova idea della politica
Una psicoanalisi della politica, per una nuova filosofia e visione politica
di Antonio Casciano
da un’idea e a cura di Daniele Cardelli

Sempre più di frequente si discute della distanza che si è creata tra la politica e il cittadino: una politica intesa oggi esclusivamente nella sua dimensione pubblica, lontana , vissuta nei “salotti”, nelle stanze del potere, agita tra auto blindate e vere e proprie squadre di guardie del corpo. Il cittadino si è perso in una sorta di ottundimento psichico, come lo ha definito Hillman, ritirandosi in una dimensione prettamente individualista ed egoica, lontano pure dalle cose della città, perso nell’enormità, indifferente alla gestione della propria strada, del luogo in cui vive, desensibilizzato a qualunque stimolo che non sia di carattere individuale. L’ottundimento psichico, come dicevamo, è infatti la strada verso una sterile soggettività che è puro narcisismo. Un’idea di politica che ci appartiene non ha niente a che vedere con la fama, il potere, il collettivo, i numeri e il titanismo tipico di realtà che crescono smisuratamente: oggi sembra che tutto tenda a un allargamento dimensionale del recinto originario, provocando la perdita dell’acropoli, insieme allo smarrimento dei luoghi affettivi e personali: i luoghi che permettono la nostra identificazione, i luoghi in cui dispieghiamo la nostra anima politica.
Continua a leggere in PDF >> Individuarchia

L’evoluzione del motivo del sacrificio
Lo sviluppo della coscienza umana e l’archetipo solare

di Nerina Maria Cecchin

Una delle domande piu’ importanti chieste dall’uomo attraverso le generazioni riguarda il senso della vita. Che senso ha la vita? Il senso della vita ha molto a che fare con una chiamata, il nostro destino, la nostra vocazione, e il processo di Individuazione. Secondo Carl Jung, impegnarsi nella lotta degli opposti—il male ed il bene, il buio e la luce, la profondita’ e l’altezza, e l’Inconscio e la conscienza, che in fine non sono altro che le due parte del Se’ che tirano in direzioni opposte—e’ il compito principale nella vita (Jung 1958/1963, Vol. 11).
Continua a leggere in PDF >> Evoluzione del Motivo del Sacrificio

La Voce dell’Anima
di Nerina Maria Cecchin
è con particolare ringraziamento e riconoscimento a Nerina Maria Cecchin per la preziosa collaborazione, ormai più che decennale, in qualità di Responsabile delle relazioni internazionali e Docente della nostra Scuola, che invitiamo a leggere il saggio qui di seguito (un estratto del quale la dottoressa Cecchin ha presentato al primo convegno internazionale JHAPA di Firenze nel Settembre 2016) in formato PDF La Voce Dell’Anima